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14/11/2022
Human at Work: RISULTATI O RELAZIONI, un difficile equilibrio!

Un nuovo articolo di Riccarda Zezza che riprende e da nuova luce a vari temi, già affrontati singolarmente negli interventi precedenti.

Il lavoratore come risorsa, ma Umana!

Il dipendente che non vuole più essere visto solo come uno strumento, ma come persona!

La relazione e la conoscenza del lavoratore!

La carta vincente del successo non è fatta solo di numeri!

Siamo tutti consapevoli che gli obiettivi da raggiungere vanno prima definiti e poi perseguiti per ottenere dei risultati, non se ne può fare a meno se si vuole che un’attività abbia successo; e la controparte del risultato raggiunto, del lavoro portato a termine, è sempre lo stipendio.

Nella visione storica del corretto equilibrio economico, domanda e offerta è così che s’incontrano, ma i tempi sono cambiati, quell’equilibrio è stato fortemente messo in discussione negli ultimi anni.

Lo stipendio non basta più, le persone cercano una nuova equazione, e se possono permetterselo, quando tale equazione viene meno, la cercano altrove.

Stipendio: lavoro = Relazione e fiducia: lavoratore felice che resta

Si, perché il valore che la risorsa umana esprime non è solo in numeri, il valore aggiunto del lavoratore alla produttività è dato da personalità, soft skill, capacità e possibilità di esprimersi; la fiducia che genera fiducia ed entusiasmo in un rapporto di lavoro dove la relazione viene coltivata e posta al centro.

Quando parliamo di “relazione” non s’intende quella tra colleghi, che è sicuramente importante per vivere un quotidiano lavorativo sereno, ma la relazione così detta “verticale”, tra collaboratori e manager.

I manager non possono più far finta di non vedere, devono cercare di ascoltare le esigenze dei propri lavoratori, devono cercare di comprendere il loro essere “persona” prima che lavoratore, devono entrare in empatia con il proprio collaboratore, trasmettere al dipendente la sensazione di essere visto, di essere compreso.

Cercare e costruire la relazione “sincera” che fa star bene.

Ciò non vuol dire snaturare la figura del Manager come capo, ma solo cambiare veste, e con la giusta umanità e consapevolezza diventare il Manager “guida”, in grado di far evolvere la propria organizzazione.

Confidiamo che imprenditori e responsabili di risorse umane, lungimiranti o semplicemente più sensibili, stiano già lavorando sodo per cercare di raggiungere questo nuovo e difficile equilibrio.

In BCC Agrobresciano la relazione è da sempre alla base del proprio essere credito cooperativo, attenzione e ascolto nei confronti di Soci e Clienti, tra dipendenti e verso i dipendenti, e ancor di più in questi anni complessi siamo certi che la nostra visione possa continuare a fare la differenza.

Leggi l'articolo completo nella rubrica  Alley Oop de Il Sole 24ORE

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