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Tante parole in inglese per il nostro titolo di oggi, parole che hanno una capacità di sintesi superiore alle nostre italiane, in grado di condensare concetti molto ampi, quelli che tratteremo in questo commento partendo dall’articolo di Gianni Rusconi de il Sole24ORE dal titolo:
La nuova “vita” dei manager cinquantenni: più disposti a mettersi in gioco, più attrattivi per le aziende
Il testo di Rusconi si riferisce soprattutto al nuovo modo di concepire il lavoro, costola di un nuovo modo di concepire l’intera esistenza, la “vera trasformazione sociale post-covid” come la definisce il giornalista, che si sta sempre di più affermando dentro e fuori le aziende.
Questo nuovo vivere aziendale si esprime tanto fra i professionisti più esperti come i cinquantenni, quanto fra i giovani proprio perché trasversale, capace di unire vita privata e professionale in ogni fascia di età.
Secondo Rusconi che si concentra in particolar modo sulla classe dei cinquantenni, questi professionisti sono disposti oggi a mettersi nuovamente in gioco a fronte di ideali condivisi, di esperienze di valore all’interno di un’impresa.
Se il benessere a 360° è al centro della “pursuit of happiness” della nostra vita, il “sistema azienda” può, anzi deve, giocare un ruolo cruciale
Il benessere (wellbeing) aziendale diventa quindi la chiave per unire motivazioni personali a “far bene” e obiettivi imprenditoriali.
Come abbiamo detto nel nostro precedente articolo, lo strumento per unire questi due elementi è la formazione continua dei dipendenti: non solo dei nuovi arrivati affinché entrino nel vissuto aziendale, ma anche di quelli di lungo corso, proprio per investire in loro, nel loro supporto alla mission aziendale.
Ecco, quindi, il concetto di “lifelong learning” : un apprendimento continuo gratifica il lavoratore, anche più maturo, che si sente sempre coinvolto nelle attività della società la quale, attraverso la formazione, può ancora rafforzare le skills del lavoratore.
In tutto questo la condivisione di momenti, valori e obiettivi permette la costruzione di un senso di appartenenza che vale più di qualsiasi altro riconoscimento: condividere valori e obiettivi contribuisce a stare bene in un luogo e a lavorare perché motivati intimamente, convinti del valore del proprio contributo.
Questo genera indubbiamente benessere, soddisfazione e senso di completezza che migliorano la vita del lavoratore anche al di fuori dell’azienda, per il worklife balance effettivo.
Questo nuovo articolo dimostra ancora una volta come le persone, considerate nel loro insieme, sono sempre più al centro del mondo del lavoro, che è sempre di più anche socialità.
Donne e uomini sono sempre al centro anche del nostro modo di fare Banca.
In BCC Agrobresciano sosteniamo le persone in ogni aspetto della loro vita, dal punto di vista finanziario ed economico e grazie all'attività del nostro Comitato Soci e Cultura, nella loro dimensione sociale. Promuoviamo attività sociali e culturali che arricchiscono il vissuto di dipendenti, dei soci e di tutta la comunità:
per noi le persone sono importanti, tutte e sotto ogni aspetto.