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Notizie dalla banca
17/02/2022
HUMAN AT WOEK - IL "RITORNO" AI TEMPI DEL COVID: come le aziende possono affrontarlo

L’articolo del Sole 24Ore della giornalista Riccarda Zezza tratta un tema molto caro a BCC Agrobresciano: le persone.

Si perché anche noi “bancari” siamo persone, che ogni giorno si relazionano con altre persone, prima di considerarle clienti.

Persone che sono sulla nostra stessa barca: come dice Zezza, infatti, tutti nel mondo abbiamo fatto “esperienza di Covid-19” direttamente o indirettamente a seconda della fortuna o delle scelte sanitarie prettamente personali fatte in questi due anni. Tutti abbiamo sperimentato la chiusura, il lock-down, qualcuno la quarantena, e tutti abbiamo vissuto dei ritorni. Ritorni che non sono ancora finiti perché il mondo non è quello “ante 21 febbraio 2020”. E forse non lo sarà mai più.

Quindi: come si vive questo ritorno? come si vivono questi infiniti ritorni?

Ma soprattutto, ritorni a cosa? Alla normalità? E quale normalità, ci sarebbe da chiedersi!

Come racconta Zezza citando i reduci militari e i ritorni delle mamme dalla maternità, chi torna pensa di tornare in un ambiente, un mondo, una società uguale a quella lasciata mesi prima, come se si fosse congelata. Ma si trova in una realtà nuova, diversa, a volte straniante e questa sorpresa genera stress. Lo stress a sua volta genera una risposta adattativa a un cambiamento: quando incanaliamo lo stress in un adattamento positivo evolviamo, quando cediamo, cadiamo in malattia. Quanto stress in questi due anni, quanto stress in una missione, quanta fatica nell’essere neomamma. Ma la vita va avanti, ci si dice in questi casi. La risposta, celata dietro una domanda, è: “come?”

Con un abbraccio,

metaforico o reale, lo scelga il lettore, suggerisce Zezza citando la reduce americana da cui prende spunto il suo articolo.

Quello che ci è stato tolto – il contatto umano – con la pandemia ha acuito la nostra empatia, la nostra capacità di metterci nei panni degli altri e cercare di capire come stanno. Il dolore collettivo è emerso inesorabilmente e spietatamente in questo periodo, nessuno se ne è sentito fuori perché il Covid è arrivato a tutti, non è una cosa che capita solo “all’altro”. Per la prima volta ci siamo sentiti tutti nella stessa condizione. E quindi capiamo.

Per questo possiamo anche capire che il ritorno è straniante e difficile per ognuno di noi, che sia tornare a lavorare in presenza e a fare eventi, fiere di settore, a ballare, a vedere gli amici in palestra, a darsi la mano ancora, a invitare l’amichetto del figlio a casa, a festeggiare.

E possiamo aiutarci, si, perché siamo persone.

Leggi qui l’articolo completo Perchè torneremo a lavorare come dopo una guerra