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“La storia è figlia delle idee”
dichiara nel suo articolo, dal quale prendiamo spunto oggi per il nostro commento, il giornalista Luca Lisci. Nuove idee, ma soprattutto la loro realizzazione, fanno il presente e influiscono sul futuro.
Le nuove idee e la loro concretizzazione sono oggi, come nel recente passato, in mano alle cosiddette start-up, nuove aziende o realtà imprenditoriali di varia natura che smuovono e fanno crescere il mercato creando servizi, beni e generando bisogni nuovi.
La start-up è innovazione, creatività, generazione, sempre ancorata a una specifica situazione reale: è creatività non fine a sé stessa, ma funzionale a qualcosa, a un obiettivo economico ben preciso.
Come ci siamo detti e scritti fin dall’inizio di questa nuova rubrica, il contesto economico e commerciale in cui viviamo ci pone dinnanzi quotidianamente a sfide umanistiche e interpretative del tutto nuove, che ci portano a considerare molti più aspetti qualitativi rispetto al passato. Soprattutto il manager, protagonista del nostro racconto, si affaccia a tutto questo con spirito e mente aperti per considerare tutto lo scibile e usarlo nel prendere le sue decisioni finalizzate al guadagno, alla crescita del business.
Le start-up sono per antonomasia l’esempio più alto di questo modus operandi, sono una soluzione innovativa, ovvero una soluzione a cui nessuno è arrivato prima, che deve essere messa in atto, deve essere fattibile. Quanto il manager sarà efficiente nel rapportarsi con il contesto nel quale si cala la soluzione, e dunque la qualità di gestione delle risorse nella trasformazione dell’idea in azione, determinerà il successo del suo operato.
Nella start-up economy quindi il manager si deve barcamenare in un complesso rapporto fra innovazione e rischio, fra invenzione e capitali come forze che convergono in un mix interattivo che porta a un profitto per l’azienda e a un beneficio per i clienti. Con questi ultimi il manager e il suo team scambiano valori, necessità e bisogni in un ambito sociale complesso e fluido.
Tutti gli attori in campo condividono poi il valore ultimo del proprio esistere, che oggi tende a un futuro migliore sotto molteplici aspetti: come abbiamo visto non si parla più solo di profitto economico, ma si considerano benessere sociale, rispetto per l’ambiente e valori legati all’ecosostenibilità e alla qualità olistica del vivere su una terra sempre più in difficoltà.
L’approccio relazionale basato sullo scambio continuo di informazioni fra chi offre un servizio e chi ne beneficia è l’anima del lavoro dei consulenti di BCC Agrobresciano: per noi ogni consulenza taylor-made è quasi una piccola start-up, nel senso che diamo a ogni nostro cliente e socio una consulenza personalizzata, per la quale sviluppiamo consigli ad hoc.
I nostri prodotti vengono utilizzati rispondono nel modo più confacente all’esigenza del singolo, per trarre il meglio della redditività nel contesto di riferimento. Siamo una Banca di persone per le persone e questo motto ci permette di “calarci” in modo presente e concreto nel nostro contesto locale interfacciandoci con esigenze specifiche che cerchiamo di trattare in modo altrettanto specifico e personalizzato.
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Articolo completo in Sole24ORE sezione Management
Startup, il prossimo presente è già qui: tutto parte da un’idea
La chiave di volta è capire quali sono i bisogni a cui stiamo rispondendo e quali valori si sprigioneranno nel soddisfarli.
Di Luca Liscia